Il primo giorno di scuola che vorrei

Publié le 11 Septembre 2017

Le premier jour d’école que je voudrais

Qu’est-ce que j’aurais voulu que mes professeurs me disent le premier jour d’école ou qu’est-ce que je voudrais qu’ils me disent si je redevenais étudiant?

Tu dois étudier? Il faudra travailler plus? Non, non merci. Je le sais. C’est pour cela que je suis ici. Dites-moi quelque chose de différent, de nouveau, pour que je ne commence pas tout de suite à m’ennuyer mais que j’aie au moins un peu envie de commencer cette année scolaire. Démontrez-moi que cela vaut la peine de rester ici une année entière à vous écouter.

Dites-moi, s’il vous plaît, que tout cela a quelque chose à voir avec la vie quotidienne, que cela m’aidera à mieux comprendre le monde et moi-même. Vous avez consacré vos études, vos efforts et vos rêves à l’enseignement de votre matière, démontrez-moi maintenant que tout est vrai, que vous êtes les médiateurs d’une chose désirable et indispensable, que vous possédez, et que vous voulez m’offrir. Je veux bien regarder vos yeux et s’ils ne brillent pas je m’ennuierai, je vous le dis d’emblée, et je ferai autre chose. Vous ne pouvez pas me mentir.

Si vous n’y croyez pas vous mêmes, pourquoi devrais-je y croire? Il y a tant de choses au monde que je ne connais pas et que vous pourriez m’expliquer, avec les yeux qui brillent, car seul l’émerveillement connaît. Révélez-moi le secret de l’homme qui crée la beauté obligeant tout le monde à s’améliorer rien qu’en la respirant.

Dites-moi comment ont fait Léonard de Vinci, Dante et Magellan. Révélez-moi les secrets d’Einstein, de Gaudi et de Mozart. Si vous connaissez tout cela, dites-le moi. Dites-moi comment je peux décider ce que je veux faire de ma vie si je ne connais pas celle des autres ; comment je peux trouver mon histoire si je n’ai même pas une miette de passion pour celles qui ont laissé une trace.

Aidez-moi à découvrir mes talents, mes passions et mes rêves. Et souvenez-vous que vous n’y parviendrez que si vous avez vous aussi des rêves, des projets, des passions. Autrement comment pourrais-je vous croire?

Rappelez-moi que ma vie est unique, faite pour la grandeur, et aidez-moi à ne pas me contenter de la consommation de petits plaisirs réels et virtuels qui, sur le moment me satisfont mais m’ennuient dans le fond.

Apprenez-moi à raisonner pour que je ne cherche pas mes idées dans les lieux communs, dans une pensée irréfléchie. Aidez-moi à être libre.

Rappelez-moi combien notre pays est beau, parlezm’en, donnez-moi l’envie de découvrir tout ce qu’il cache avant de désirer des vacances à Miami. Et s’il vous plaît, une dernière faveur, gardez le cynisme pour le cercle des traîtres. Ne me cachez pas les batailles mais donnez-moi la force de les affronter et n’empoisonnez pas mes espoirs avant même que je les aie conçus. C’est pour cela qu’un jour je me souviendrai de vous.

Alessandro D’Avenia

(Tradotto dal Centro Culturale di Friburgo)

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo. Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce. E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo. Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano… Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti. Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. Per questo, un giorno, vi ricorderò.

Scritto di Alessandro D’Avenia 

http://www.profduepuntozero.it/alessandro-davenia/

 

Rédigé par nonsolofrancese

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